Già dal 1998 l'Amministrazione Comunale ha avviato progetti di recupero ambientale per la salvaguardia delle rare superfici umide; importante per l'equilibrio del sito è diventata l'area di proprietà pubblica denominata La Laghina, adiacente il Lago di Zela, privato, sulla quale sono stati eseguiti interventi di riallagamento e ripristino della vegetazione spontanea tipica che hanno favorito la sosta e la nidificazione dell'avifauna. Se nei laghi privati è ammessa la caccia con limitazioni specifiche, nelle aree di proprietà pubblica è vietata, così come altre attività antropiche invasive.
Il progetto regionale "Lungo le Rotte Migratorie" ha permesso, inoltre, di inserire La Querciola in un sistema di zone palustri dell'alta Toscana molto importante per la tutela della biodiversità, in particolare per la protezione dell'avifauna migratoria.
Per informazioni sulle visite guidate all'area naturale è possibile rivolgersi all'Arch. Paola Petruzzi tel 0573 771125 p.petruzzi@comune.quarrata.pt.it
La Querciola è un'Area Naturale Protetta di Interesse Locale, ANPIL, istituita nel 1997 ai sensi della Legge Regionale n. 49 dell'11.04.1995, il cui ente gestore è il Comune di Quarrata (PT). Facilmente raggiungibile dalle maggiori vie di comunicazione, ha un'estensione di circa 118 ha, delimitati dal fiume Ombrone a est, dal Fosso Dogaia del Quadrelli a sud ovest, dalla via Nuova a nord ovest chiusi infine, lungo il confine settentrionale, da campi e fossati.
L'area è composta da fondi privati confinanti con vaste zone di proprietà pubblica. Poiché i fondi non sono chiusi, è possibile visitare l'area protetta, seppure prestando attenzione al rispetto della proprietà e del suo utilizzo, seguendo comunque i percorsi indicati e le strade vicinali.
Zona umida collocata al centro dell'area metropolitana di Firenze, Prato e Pistoia, nella quale la presenza dell'uomo ha modellato nei secoli il territorio, ha mantenuto negli anni un carattere rurale quasi fuori dal tempo malgrado l'alta urbanizzazione circostante. Al suo interno, tra i grandi prati e il reticolo di fossati e piccoli canali, si trovano diversi specchi d'acqua di varia profondità, il Lago di Zela, il Lago di Bigiana e altri laghetti di origine artificiale.
L'area compresa tra la valle del torrente Ombrone e il Montalbano è stata abitata fin da tempi molto antichi, infatti nel territorio si sono avvicendati etruschi e liguri, seguiti dai romani, dei quali rimangono tracce della centuriazione del territorio.
In questa zona l'assetto idrografico è stato soggetto a molte trasformazioni; con la crisi dell'impero romano il territorio fu abbandonato a se stesso e la pianura dell'Ombrone fu nuovamente soggetta ad allagamenti e inondazioni i quali solo molti secoli dopo furono fronteggiati con nuovi tracciati dei vari corsi d'acqua, come quelli dei torrenti Brana e Bure.
La prima cartografia nella quale si può riconoscere la zona di Querciola risale al 1820. Dalle carte si può osservare un territorio non molto diverso dall'attuale, salvo il fatto che non esistevano ancora i laghi di Zela e di Bigiana. Dalle cartografie più recenti si evince che il territorio di Querciola agli inizi del XX secolo era quasi interamente coltivato a vigna e che le costruzioni della Casa Zela (o Baccheretana), Case Querciola e Case Banchelli, Tempestini e Capissi erano gli elementi principali dell'organizzazione agricola del territorio circostante.
All'interno della Querciola si trovano a convivere due tipologie di ambienti: quello palustre e quello rurale; entrambi costituiscono l'habitat ideale per una nutrita avifauna composta sia da uccelli migratori sia da specie che vivificano nel luogo, ma è interessante anche la numerosa erpetofauna.
La maggior parte della vegetazione erbacea è tipica delle zone umide, le cui specie di maggior pregio si sviluppano sulle rive dei numerosi fossi e sulle sponde degli specchi d'acqua; molte di queste specie sono considerate di interesse regionale a causa della loro vulnerabilità.
Diffusi sono la farnia, l'olmo campestre, l'acero, il pioppo bianco e nero, i salici, che punteggiano i campi, i fossi e i sentieri; ai bordi degli specchi d'acqua e nei canali fioriscono il giglio d'acqua e molte altre erbe tipiche.
Il recupero dell'edificio è un progetto cofinanziato dall'Unione Europea Doc. U.P. 2000/2006, parte come Centro Didattico - Misura 2.2.3 Infrastrutture per la cultura. Sistema regionale integrato per la didattica e la documentazione relativamente ai beni ambientali e culturali - e parte come Centro di Accoglienza - Misura 2.1.1 Infrastrutture per il turismo e il commercio. Strutture complementari al turismo.
Per infomazioni sulle visite guidate al Museo della civiltà contadina è possibile contattare il referente della struttura: Marco MEONI Tel. +39 339 6280233
Casa di Zela è un edificio rurale il cui nucleo più antico è ritenuto una casa torre eretta per scopi difensivi e ridotta a "case da lavoratore" nel XVI secolo con il diffondersi della mezzadria.
Nel XIX secolo il l'edificio era conosciuto come "La Baccheretana" oppure "Casa Franchetti", dal nome dei suoi padroni. Solo intorno agli anni '50 del Novecento le fu dato il nome attuale, molto probabilmente perché in questo luogo abitavano degli anziani, detti gli "zeli".
Con il passare degli anni la casa è rimasta abbandonata per lungo tempo. Donata dai proprietari all'Amministrazione Comunale, questa ha provveduto al suo recupero. E' stato mantenuto l'assetto dell'edificio, risultato delle molte trasformazioni che lo hanno coinvolto nel corso dei secoli; alcune stanze sono state arredate con mobili ed utensili d'epoca che caratterizzano l'edificio come centro di documentazione del territorio circostante, dove si raccolgono anche testimonianze delle radici culturali di Quarrata, in particolare della civiltà contadina e delle sue trasformazioni.