Se ripercorriamo brevemente le vicende storiche della proprietà della Magia, è facile capire come il suo destino e la sua evoluzione nel tempo siano indissolubilmente legate alle vicende che hanno segnato la storia dell'intero territorio del Montalbano.
I Panciatichi, annoverati fra le casate magnatizie pistoiesi più importanti, fin dall' XI secolo risiedevano e possedevano terreni, castelli e rocche munitissime sia nel contado che sulle montagne intorno alla città di Pistoia.
E' il 1335 quando la famiglia Panciatichi compie le prime acquisizioni nel luogo in cui sorge oggi Villa "La Magia". Probabilmente è in seguito alle lotte che oppongono, in questo momento, la famiglia Panciatichi a quella dei Cancellieri, che i primi decisero di acquistare i terreni della Magia, in posizione strategica per il controllo della viabilità fra Pistoia e Firenze. Vi costruiscono una casa-torre, che si pensa intendessero utilizzare anche con funzione difensiva nei confronti dell'altra famiglia che contendeva loro l'egemonia sul territorio di Pistoia.
La proprietà viene venduta da Niccolò Panciatichi che, in seguito ad un dissesto finanziario, si trova a dover far fronte ad alcuni debiti.
Sentir parlare di conti e di contesse riporta alla mente immagini di una storia lontana, in cui saloni, feste sfarzose e abiti da sera si intrecciano con le note di Strauss e la musica del tempo.
Quello che caratterizza fortemente la Magia, a differenza di altre ville antiche, è il fatto di essere stata abitata fino a pochi anni fa.
Nei primi anni di questo secolo infatti gli arredi che oggi possiamo vedere erano ancora utilizzati, le cucine erano piene di vapori e profumi e quel che adesso appare come un gioiello di storia e d'arte era una casa "viva".
L'ultima proprietaria, la contessa Marcella Pagnani Amati Cellesi, per diverso tempo ha vissuto da sola alla Magia. Tra le sue passioni possiamo ricordare ancora oggi il giardino, per cui aveva attenzione e cure particolari: chi ha visitato la Magia quando c'era la contessa, ricorda sicuramente i numerosi vasi di fiori stagionali che, fin dai primi mesi primaverili, ornavano il giardino.
Libri e riviste, ma anche numerosi oggetti d'arredo e utensili, ricordano ancora oggi l'origine italo-americana della contessa Marcella, grande appassionata anche di musica, come testimoniano i due pianoforti tuttora conservati nella sala d'ingresso della Villa.
Col passare degli anni, all'incirca tra il 1427 e il 1465, la torre viene inglobata all'interno di un edificio più complesso, con i diversi ambienti organizzati attorno ad un cortile centrale.
Tutte le proprietà della famiglia dei Panciatichi vengono però vendute all'incanto, nel momento in cui sono i Cancellieri ad avere la meglio, conquistando il controllo di Pistoia e del suo territorio. E' in questo momento che il destino della Magia si lega a quello dei Medici: nel 1583 infatti il granduca Francesco I de' Medici acquista la Magia con tutti i suoi possedimenti.
Villa "La Magia" entra così a far parte del sistema, che si stava già da qualche tempo costituendo sul Montalbano e non solo, delle Ville Medicee.
L'acquisto da parte di Francesco I de' Medici di "Villa la Magia" prosegue il piano paterno di espansione territoriale. Dopo i primi acquisti nella zona da parte di Lorenzo il Magnifico, Francesco I tra il 1574 e il 1587 costruisce la villa di Pratolino, acquisisce quella di Marignolle e trasforma le ville di Cerreto Guidi, di Lappeggi e della Magia; mentre Ferdinando I, che succede al fratello nel 1587, completa il sistema delle ville medicee con l'Ambrogiana, la Petraia e le ville di Castello, Artimino e Montevettolini.
E' questo il periodo più significativo forse della storia della Magia, che diventa un tassello importante nel panorama delle proprietà della famiglia de' Medici, soprattutto in relazione alla vicinanza del Barco Reale Mediceo.
Proprio il Buontalenti, in quanto architetto ufficiale del granduca Francesco I, si occupa probabilmente della ristrutturazione della villa e della realizzazione del lago artificiale, che vediamo rappresentato nella lunetta di Giusto Utens.
La Magia diviene quindi importante punto d'appoggio per le battute di caccia nel vicino Barco Reale, bandita di caccia della famiglia realizzata al centro di alcuni importanti possedimenti medicei, che costituiscono un valido sistema per l'amministrazione il controllo delle proprietà, all'interno del già forte dominio mediceo nella zona del Montalbano.
E' proprio al ritorno da una battuta di caccia, che l'imperatore Carlo V si reca in visita alla Magia nel maggio del 1536, come ci testimonia la "brocca di rame" da cui quest'ultimo avrebbe bevuto e tutt'oggi conservata all'interno della villa. La funzione della Magia rimane così fortemente legata al "Barco Reale Mediceo", istituito ufficialmente nel 1626 da Ferdinando II, fino al 1645, anno in cui la villa viene acquistata dalla famiglia Attavanti.
E' il 1645 quando la Villa e la fattoria della Magia vengono vendute da Ferdinando II de' Medici a Pandolfo di Ottavio Attavanti, membro di una nobile casata di Castelfiorentino.
Con la famiglia Attavanti profonde sono le trasformazioni subite dalla villa, a partire dalla realizzazione dello scalone monumentale, per raggiungere le stanze di rappresentanza del piano nobile.
Interventi significativi si succedono già a cavallo tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, con la costruzione della cappella esterna dedicata a Santa Verdiana e la realizzazione del giardino a parterres in asse rispetto alla facciata meridionale della villa.
Sono questi gli anni in cui si pone mano anche alla sistemazione del cortile interno alla villa, nel quale vengono messe in risalto le colonne che anticamente sostenevano il loggiato che si affacciava sul cortile a ovest.
E' questo il periodo in cui vengono aperti anche due nuovi accessi alla villa: il primo sul fronte meridionale, che si affacciava direttamente sul giardino, e l'altro sul lato occidentale, alternativi rispetto all'ingresso antico dalla cosiddetta "sala delle carrozze".
Inizia così a profilarsi anche una sistemazione esterna del complesso, come nel 1734 mostra l'incisione dello Zocchi.
Gli Attavanti intervengono sul complesso attraverso grandi ampliamenti e importanti interventi di ristrutturazione, che testimoniano la loro volontà di affermare, attraverso la dimora di Villa La Magia, il loro status sociale, com'era consuetudine dell'epoca.
E' il 1752 quando muore Pandolfo di Amerigo Attavanti e con esso si estingue il casato, i cui eredi nominati erano Bindaccio e Leone Ricasoli. Fino ad allora però Pandolfo prosegue gli interventi di ristrutturazione portati avanti dalla famiglia, mettendo mano alla ristrutturazione del lato orientale della Villa, che prosegue e completa la risistemazione del lato occidentale, restituendo quello che è ancora oggi l'aspetto dell'edificio, con gli ambienti del piano nobile rialzati e organizzati attorno al cortile centrale.
Sono sempre gli Attavanti a realizzare quelli che attualmente sono gli annessi alla Villa e a completare così il complesso monumentale.
All'interesse di Pandolfo per l'arte dobbiamo anche la realizzazione di decorazioni a stucco e affreschi del Ferretti e del Gherardini.
La personalità di Pandolfo non sembra aver risentito del destino avverso, segnato in pochi anni da una lunga serie di lutti. Il suo amore per l'arte e per le feste ha segnato la storia di questi anni, consegnando ai suoi eredi la consuetudine di organizzare feste e invitare personalità di rilievo dell'epoca, non solo sotto il profilo della ricchezza, ma anche della vita culturale e del mecenatismo.
A lui dobbiamo anche la realizzazione della "galleria nova", nella quale si può notare come dal finto basamento, che percorre le pareti, si dipartono vedute paesaggistiche e cittadine, che creano l'illusione di vedere oltre le mura. In realtà non sappiamo i nomi degli autori dei dipinti, anche se dai documenti contabili della villa, risulta la presenza, nel 1743, di tre pittori di cui non è nota l'identità.
Ultimato il rinnovamento architettonico e pittorico della villa, Pandolfo si dedica agli arredi. A quanto pare di capire, dall'inventario redatto nel 1766, in tutta la villa non mancano in ogni stanza mobili di particolare pregio, che arredano non solo le stanze più importanti ma anche le camere da letto per la servitù, nelle quali si alternano alle pareti quadri e stampe.
A lui dobbiamo la realizzazione di gran parte del patrimonio artistico, che arricchisce gli ambienti della Villa.
Da questo momento in poi dunque, Villa "La Magia" diventa una bella dimora signorile, che subirà ulteriori interventi di modifica strutturale e decorativa anche ad opera delle successive proprietà.
I fratelli Ricasoli continuano infatti i lavori di manutenzione ordinaria e l'ampliamento della limonaia di ponente, finché nel 1766, trovandosi presumibilmente in difficoltà economica, sono costretti a vendere la proprietà a Giulio Giuseppe Amati.
Quest'ultimo acquista insieme alla Villa il possesso di ottantanove unità immobiliari, tra cui due fornaci, due mulini, un frantoio, diverse case, terreni boschivi, selve e praterie. A Giulio Giuseppe Amati spetta la realizzazione del giardino romantico adiacente all'ala di levante della villa e l'ingresso al giardino.
Nel 1853 Giovanni Tommaso, ultimo discendente degli Amati, nomina suo erede Giulio di Luigi Cellesi, con l'obbligo di assumere il doppio cognome.
Da allora gli Amati Cellesi hanno abitato la Villa, occupandosi del suo mantenimento, ma senza stravolgerne la sistemazione. Nell'ultimo ventennio la Villa è rimasta alla moglie del conte Luciano Amati Cellesi, nobildonna Marcella nata Pagnani che, insieme alla sorella Valentina e al cognato Lanfredino, vi ha abitato fino al 2002.
Tuttavia dal 2000 la Villa è di proprietà del Comune di Quarrata, che ha potuto avviare gli importanti interventi di ristrutturazione ancora oggi visibili.
Mentre proseguono gli interventi di restauro del complesso architettonico, la Magia in questi anni è entrata nell'uso e nelle abitudini dei cittadini di Quarrata, essendo al contempo "perla pregiata", che sta permettendo a Quarrata di farsi conoscere anche oltre i propri confini.
Accanto alle iniziative dell'Amministrazione comunale, che utilizza regolarmente questi spazi per i propri eventi, mettendoli a disposizione anche di tutta la comunità, per eventi e iniziative di vario genere, si stanno sviluppando importanti progetti di promozione della Magia, per la valorizzazione di tutta la città di Quarrata.
Tra i più importanti e significativi, è doveroso ricordare il progetto di arte contemporanea "Genius loci - Lo spirito del luogo", che a partire dal 2005 ha visto crescere il patrimonio di arte contemporanea della Villa, con opera di Fabrizio Corneli, Anne e Patrick Poirier, Marco Bagnoli, Hidetoshi Nagasawa e Maurizio Nannucci, Daniel Buren, tutte realizzate con l'essenziale contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
Di quest'ultimo è l'opera conservata nel cortile interno della Villa, realizzata attraverso scritte luminose, che caratterizzano fortemente l'opera dell'artista toscana, protagonista nei mesi scorsi di un'importante installazione agli Uffizi.
Per la storia fin qui ripercorsa, Villa La Magia è uno degli elementi più rappresentativi del territorio di Quarrata e costituisce una delle emergenze architettoniche più prestigiose di tutto il Montalbano, per cui è stato richiesto il riconoscimento dell'Unesco come patrimonio dell'Umanità.
La Magia è inoltre al centro del progetto "Abitare l'Arte", inserito nei PIUSS e finanziato dalla Regione Toscana, per lo sviluppo economico. Alcuni ambienti della Villa saranno destinati alla realizzazione di un laboratorio tecnologico-artistico di sviluppo prototipi e design per le produzioni di qualità dell'arredo casa.